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giovedì 21 novembre 2024

NATO: come si sta organizzando l’Alleanza Atlantica per far fronte alle nuove sfide alla sicurezza internazionale



La NATO è un'alleanza militare intergovernativa nel settore della difesa istituita all'indomani della seconda guerra mondiale con lo scopo di creare una rete di sicurezza collettiva: gli Stati membri, infatti, si impegnano a difendersi a vicenda da eventuali attacchi di terzi, fornendo mutuo soccorso militare. Oggi i Paesi che fanno parte dell’Organizzazione sono 32 , di cui 30 europei e due nord-americani. La sua organizzazione – per quanto riguarda la parte militare – si può schematicamente declinare nella c.d. Force Structure, ossia nel complesso delle unità militari che i vari Paesi membri mettono a disposizione dell’Alleanza per espletare le attività addestrative e operative e nella c.d. Command Structure, ossia nella struttura di Comando e Controllo. Essa vede al vertice il Comitato Militare situato nel Quartier Generale NATO a Bruxelles da cui dipendono due Comandi Strategici: l’Allied Command Operation (ACO) con sede a Mons (Belgio), responsabile delle attività di comando sulle forze NATO impiegate in operazioni e l’Allied Command for Trasformation (ACT) con sede a Norfolk (USA), responsabile della redazione delle strategie future e dell'elaborazione della dottrina operativa, logistica e addestrativa della NATO. Tale struttura organizzativa si è negli anni adattata al contesto geopolitico e securitario internazionale fino ad arrivare, nel 2022, ad un vero e proprio cambio di postura, con particolare riferimento alla Force Structure. Lo scoppio di un conflitto convenzionale alle porte orientali dell’Europa, infatti, con l’invasione perpetrata dalla Russia ai danni dell’Ucraina, ha dato uno scossone all’intera Organizzazione che ha dovuto intraprendere, con urgenza, un processo di profondo cambiamento e di adattamento alla mutata minaccia. È stato innanzitutto rinforzato il fianco orientale dell’Alleanza, con lo schieramento di quattro battaglioni multinazionali in Bulgaria (a guida italiana), Ungheria, Romania e Slovacchia, oltre ai quattro già presenti in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Al Vertice di Madrid del giugno 2022, inoltre, i leader dei Paesi membri hanno concordato sulla necessità di irrobustire la citata presenza sul fianco Est, con l’innalzamento – laddove ritenuto opportuno – delle unità da Battaglioni a Brigate. Hanno, inoltre, approvato un nuovo Concetto strategico (l’ultimo era del 2010). Si tratta di un documento molto importante che definisce la strategia dell'Alleanza, ne delinea lo scopo e le finalità, i compiti di sicurezza e le sfide che deve affrontare. Esso identifica chiaramente nella Russia la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati e alla pace e stabilità nell'area euro-atlantica. Inoltre, afferma che il terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni, è la minaccia asimmetrica più diretta alla sicurezza dei cittadini dell'Alleanza e alla pace e alla prosperità internazionali. Ma è con il vertice di Vilnius del luglio del 2023 che i leader dei Paesi membri hanno concordato di rivedere concretamente la postura della NATO, orientandola verso una “Nuova era di difesa collettiva”, mediante una strategia basata sulla definizione di una nuova “famiglia di piani” per la Deterrenza e la Difesa dell’Area Euro-Atlantica (DDA family of plans). Così, sulla base di tale intendimento politico, presso il Comando Supremo delle Potenze Alleate in Europa (Supreme Headquarters Allied Powers Europe, SHAPE), Quartier Generale di ACO, i pianificatori hanno sviluppato un piano, denominato New Force Model (NFM), che prevede di riorganizzare tutte le forze rese disponibile al SACEUR, ossia al Comandante di ACO – che è sempre un generale americano – (Supreme Allied Commander Europe), al fine di aumentare la capacità di risposta dell’Alleanza con particolare riferimento a situazioni di Collective Defence, scenario che prevede uno scontro di tipo convenzionale con un avversario paritetico (“peer competitor”). In altre parole, sono stati sviluppati un insieme di piani che, in caso di scontro con la Russia, avranno il compito di guidare l’azione delle Forze alleate. Ciò mediante due importanti direttrici: la prima, di tipo geografico, mediante la concreta suddivisione dell’Area di Operazione (la c.d. JOA - Joint Operation Area), per capirci tutto l’est Europa e l’area del Mediterraneo, in veri e propri settori, classificandoli in base alla prossimità geografica con la Russia in 3 Tier che identificano tre differenti livelli di prontezza . La seconda, mediante la previsione ex ante di quante e quali unità dovranno essere schierate e a cura di quale Paese, nel caso di attivazione dei piani regionali. Ciò rappresenta un importantissimo cambio di paradigma, in quanto ogni Paese membro sarà responsabile, sulla base delle Forze offerte, di “coprire” determinate aree, assumendone la responsabilità operativa. Il New Force Model, inoltre, introduce nell’ambito delle forze in Tier 1, una forza multi-dominio alle dirette dipendenze del SACEUR, caratterizzata da un livello di prontezza molto elevato (da 0 a 10 giorni) e da capacità anche nei domini Cyber e Spazio oltre che in quelli terrestre, marittimo e aereo: si tratta dell’Allied Reaction Force (ARF), divenuta operativa il 1° luglio di quest’anno . A tal proposito l’Italia ha riscosso grande apprezzamento a livello internazionale in quanto, con il suo Comando a Reazione Rapida – NRDC-ITA, con sede operativa a Solbiate Olona (Varese), ha recentemente ricoperto il primo turno quale quartier generale di questa nuova Forza. Un ultimo aspetto da evidenziare, anche in quanto rappresenta un elemento di discontinuità con il passato, riguarda la pianificazione capacitiva. Volendo semplificare molto i concetti, se la pianificazione operativa si focalizza su come organizzare le forze in Area di Operazione e su come orchestrare la manovra per assolvere la missione operativa, la pianificazione capacitiva riguarda invece il piano di sviluppo, acquisizione e mantenimento di tutte le capacità – intese come piattaforme e sistemi d’arma – necessarie per implementare i piani operativi. Per capirci con la pianificazione capacitiva si risponde alla domanda “Di quali capacità avrò bisogno per far fronte efficacemente alla minaccia?” Ora, con il nuovo Ciclo di Pianificazione della NATO (NDPP - NATO Defence Planning Process) , l’Alleanza ha per la prima volta previsto una sorta di sovrapposizione tra la pianificazione capacitiva (NDPP appunto) e quella operativa. L’intento è quello di focalizzare lo sforzo prevedendo un piano di acquisizione di quelle capacità che serviranno ai Paesi Membri per rendere all’occorrenza eseguibili i piani operativi.